Contrastare il Disegno di Legge Pillon, che proprio in questi giorni ha iniziato il suo iter parlamentare, in ogni sede e con ogni strumento. È questo l’obiettivo della Risoluzione approvata oggi dalla Commissione Parità dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna. La prima firmataria Francesca Marchetti, impegna in particolare la Giunta affinché prenda posizione contro la proposta del senatore leghista in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità. L’atto, sottoscritto anche dai colleghi dem Roberta Mori, Stefano Caliandro, Paolo Calvano, Enrico Campedelli, Barbara Lori, Valentina Ravaioli, Nadia Rossi, Luciana Serri, Massimo Iotti e Antonio Mumolo del Pd, ha registrato l’adesione anche di Yuri Torri di Sinistra italiana e Silvia Prodi di Misto-Mdp.

“La Risoluzione – spiega la consigliera dem Francesca Marchetti – è il principale mezzo di indirizzo politico di cui dispone un Consigliere regionale e credo sia lo strumento più adeguato per rispondere ad un DDL come quello Pillon, un Disegno di Legge che sta determinando molte critiche, mobilitazioni dell’associazionismo e contrarietà da parte delle stesse professionalità coinvolte, in ragione di una serie di rischi di arretramento che presenta sia per i minori sia per la genitorialità in particolare femminile. Il DDL Pillon ci riporta indietro di 50 anni e non tiene conto delle esigenze di figlie e figli, costretti ad adeguarsi ai genitori e non viceversa in quanto “divisi” a metà. Inoltre, abolisce l’assegno di mantenimento in favore dei figli mentre prevede il mantenimento diretto da parte di entrambi i genitori, a prescindere dal fatto che madre e padre possano effettivamente offrire pari tenore di vita. Si tratta di un vero e proprio attacco ai diritti di donne e minori, che diventa ancor più grave se si pensa che la mediazione é obbligatoria anche nei casi di violenza, abusi e maltrattamenti.”

Nella Risoluzione, approvata a larghissima maggioranza da Pd, Si e Mdp, si prevede il coinvolgimento di tutti i parlamentari eletti in Emilia-Romagna, affinché promuovano, in sede di discussione del disegno di Legge, seri ed ampi confronti con tutti i soggetti istituzionali, associativi e professionali coinvolti, comprese le rappresentanze femminili, le associazioni familiari e le figure di garanzia per i minori.

“I tre punti del tutto inaccettabili del Disegno di Legge Pillon – prosegue Marchetti – sono che tale provvedimento sembra preoccuparsi più degli aspetti economici che di famiglia e figli, che introduce una figura molto ambigua come quella del mediatore familiare obbligatorio che non tutela in nessun modo le donne vittime di violenze domestiche e introduce la legittimazione parentale.”

Egualmente critici gli interventi di Antonio Mumolo per il quale “il DDL Pillon sembra scardinare il principio fondamentale del diritto minorile che è l’interesse dei minori>> e della Presidente della Commissione Parità Roberta Mori, la quale giudica il DDL presentato dal senatore leghista come “misogino, adultocentrico, patriarcale e anticostituzionale. Un documento fin troppo chiaro nelle sue premesse politiche per poter ragionare su un’eventuale emendabilità.”

Importante sottolineatura, infine, da parte della Consigliera Nadia Rossi, la quale ha manifestato perplessità e stupore nel constatare la totale assenza, dei consiglieri leghisti e 5 Stelle nella seduta odierna. “Per i 5 Stelle – conclude la consigliera riminese – suppongo possa trattarsi di palese imbarazzo.”