“Nonostante le disposizioni di legge in materia di iscrizione anagrafica e diritto di asilo, in alcuni Comuni dell’Emilia-Romagna viene ancora rifiutata l’iscrizione al registro della popolazione residente ai migranti richiedenti la protezione internazionale”. È quanto riferisce il consigliere regionale PD Antonio Mumolo in un’interrogazione presentata in Regione nella quale sottolinea come la questione della residenza costituisca un punto centrale per l’inclusione sociale (ad esempio è necessaria per l’iscrizione al collocamento) e, inoltre, di come sia un requisito fondamentale per l’accesso ai servizi sociali locali e ai diritti fondamentali della persona.

Il problema, segnalato in particolare da alcune associazioni che si occupano a vario titolo della tutela dei diritti dei cittadini di origine straniera operanti a Reggio Emilia e a Bologna, riguarda – fa presente il consigliere – in generale tutta la popolazione dei richiedenti asilo e tuttavia “il caso più macroscopico” è rappresentato dai richiedenti asilo che sono giunti dalla Libia nella primavera del 2011 e collocati in strutture individuate dalla Protezione civile nell’ambito del Piano emergenza Nord Africa. Secondo i dati del monitoraggio realizzato dal Servizio politiche per l’accoglienza e l’integrazione sociale della Regione, al 20 luglio di quest’anno sono 1.446 le persone richiedenti asilo o titolari di protezione accolte in Emilia-Romagna a seguito dell’emergenza Nord Africa. Di questi, solo il 17% sono iscritti all’anagrafe, anche se 1.360 sono in possesso di permesso di soggiorno per di richiesta asilo.

Mumolo chiede pertanto alla Giunta regionale quali iniziative intenda intraprendere per rendere certo ed esigibile il diritto di iscrizione nelle liste anagrafiche e i comuni per i richiedenti asilo o titolari di protezioni accolti in Emilia-Romagna. Considerando che la situazione continua a proporsi, nonostante una nota della Regione Emilia-Romagna inviata nel maggio scorso nella quale si chiarisce che i cittadini richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale hanno diritto all’iscrizione anagrafica se dimostrano di avere una dimora abituale in Italia o un domicilio, l’esponente del Pd sollecita inoltre l’esecutivo regionale “a chiarire, ancora una volta, ai comuni, tramite l’adozione di un atto più idoneo ed efficace, il dovere di accogliere queste persone nelle proprie liste anagrafiche.

Og 2012040820