Articolo tratto da http://bologna.repubblica.itIl segretario Pd indica i criteri per entrare in lista. “Un obbligo per chi si candida”. Si fanno i nomi della Frascaroli, di Zacchiroli e di Ronchi. Si allontana l’ipotesi Segrè di SILVIA BIGNAMI

Moralità al primo posto. Dopo il Cinzia-gate, il Pd mette in cima alla lista dei requisiti per candidarsi al consiglio comunale nelle liste del centrosinistra “l’etica, la moralità e la trasparenza dei comportamenti pubblici”. Una ricetta per lasciarsi alle spalle definitivamente la “parentesi” di Flavio Delbono, a un anno dalle sue dimissioni e a pochi giorni dalla sua condanna a 19 mesi. Così è scritto nel regolamento per la selezione delle candidature che il segretario Pd Raffaele Donini ha illustrato al suo esecutivo e al coordinamento cittadino, e che verrà discusso e votato il 28 febbraio all’assemblea cittadina.

“Questa volta – spiega Donini – abbiamo messo al primo posto la moralità perché pensiamo che chi si candida a rappresentarci debba avere una trasparenza cristallina in tutti i suoi comportamenti. È un atto dovuto alla città”. Una scelta che va nel solco, tra l’altro, della proposta di legge presentata anche in Regione da Sel e dal consigliere Pd Antonio Mumolo per creare una “anagrafe degli eletti” di viale Aldo Moro. Una sorta di carta di identità degli eletti (e anche dei nominati nelle società partecipate e nei consigli di amministrazione) per mettere su Internet non soltanto le dichiarazioni dei redditi – come già prevede la legge – ma anche i curricula, il frutto del lavoro svolto in consiglio regionale, e persino la rendicontazione delle missioni e dei soldi spesi dai singoli consiglieri e dai gruppi consiliari.

“La proposta di legge è attualmente in commissione. Anche i “grillini” hanno lanciato l’idea di una anagrafe degli eletti e stiamo verificando le differenze tra la nostra proposta e la loro, per poi portare un documento in consiglio regionale” spiega Mumolo.

Un giro di vite sulla moralità che comincia dalla lista per le comunali. Tra i requisiti richiesti dal Pd a chi ambisce ad essere eletto, c’è anche la vicinanza al territorio e le quote rosa, fissate al 50%. Fissato inoltre il limite dei due mandati, mentre non è indicato, nel regolamento Democratico, se sarà ricandidato “automaticamente” chi ha un solo mandato alle spalle. La discussione partirà lunedì prossimo, all’assemblea cittadina: dal primo al dodici marzo si avvieranno invece i dibattiti nei circoli. Tutto di pari passo con la discussione, in atto nel centrosinistra, sulla proposta lanciata da Donini di un grande “listone” del Nuovo Ulivo, in cui tenere insieme Pd, alleati e società civile. Vendoliani e Idv restano scettici, decisi a presentarsi ognuno col proprio simbolo.

Dovrebbero essere certamente in lista Amelia Frascaroli (che potrebbe aspirare anche al ruolo di capolista), Benedetto Zacchiroli e l’ex assessore regionale Alberto Ronchi. Più difficile che entri in lista anche il preside di Agraria Andrea Segrè. “A disposizione” invece Maurizio Cevenini, cui potrebbe essere chiesto di fare da capolista in caso di lista Pd. “Noi coinvolgeremo tutti. Nessuno deve sentirsi escluso” dice Donini: “L’unico che sicuramente non si candiderà, come ho sempre detto, sono io”.