Venerdi 19 novembre la Camera ha approvato la legge di stabilità che taglia del 75% il 5×1000 al volontariato e i soldi disponibili per le associazioni di volontariato passeranno da 400 milioni a 100 milioni. Il Consigliere Regionale PD Antonio Mumolo, da sempre fortemente impegnato nel volontariato, socio fondatore e presidente dell’Associazione Avvocato di strada Onlus, che tutela gratuitamente i diritti delle persone che vivono in strada, contesta con forza il provvedimento.

“Più di una volta – afferma Mumolo – il Ministro Tremonti ha parlato di restituire valore e risorse al Terzo settore come forma d’investimento per lo Stato e non come voce di costo. Oggi, ad oltre 5 anni dalla sua approvazione, il 5 per mille non solo non è diventato una legge fiscale dello Stato italiano, così come accaduto in altri dodici paesi europei, ma ora viene anche drasticamente ridimensionato, con buona pace degli oltre 15 milioni di cittadini che ogni anno hanno scelto questa opportunità e delle circa 30mila organizzazioni del non profit impegnate nell’assistenza, nella promozione culturale, nella ricerca scientifica che ne hanno potuto usufruire.”

“Grazie a questo provvedimento del Governo – prosegue il consigliere Mumolo – i soldi di tantissime persone che decideranno di donare il proprio 5×1000 alle realtà che conoscono e che apprezzano finiranno direttamente nelle casse dello Stato. La differenza di 300 milioni non risolleverà l’economia italiana, ma sarà un macigno sulle esili casse di tante piccole realtà che con il finanziamento del 5×1000 in questi anni hanno realizzato tantissimi progetti che ora sono in grave pericolo. Secondo la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate in Emilia-Romagna ad oggi ci sono 3.829 soggetti che possono ricevere il 5×1000: 881 a Bologna, 484 a Modena, 454 a Parma, 306 a Piacenza, 349 a Ravenna, 478 a Reggio Emilia, 232 a Rimini, 394 a Forlì-Cesena e 251 in Provincia di Ferrara. A questi occorre aggiungere i 348 Comuni dell’Emilia-Romagna che destinano i fondi ricavati dal cinque per mille 2010 ad attività con scopi e finalità sociali.”

“In questi giorno – conclude Mumolo – tutto il mondo italiano del volontariato si è sollevato per protestare contro il provvedimento. Il Governo faccia un passo indietro e ascolti la voce di chi tutti i giorni è al fianco dei più fragili”.