Antonio Mumolo è tra i firmatari dell’ordine del giorno presentato e approvato durante lo scorso consiglio comunale di Bologna e dedicato alla questione delle impronte digitali dei bambini Rom.

Il Consiglio comunale di Bologna, vista l’ordinanza ministeriale che consente l’identificazione dei bimbi/e Rom che viola ogni diritto di uguaglianza dei bambini e degli adolescenti e introduce una grave discriminazione basata unicamente sull’etnia e l’identità culturale, ha votato oggi un ordine del giorno per invitare la Giunta a farsi promotore presso il Presidente del Consiglio dei Ministri affinchè siano revocate le ordinanze che prevedono l’identificazione e il censimento dei bambini e delle bambine di etnia Rom presenti nei campi nomadi, attraverso la rilevazione delle impronte digitali.

Nell’ordine del giorno si chiede, tra l’altro al Governo italiano “che vengano sviluppati rapporti di cooperazione e stipulati accordi specifici con quei Paesi, a partire dalla Romania, che hanno fatto il loro ingresso nella Comunità Europea, al fine di offrire maggiore tutela ai diritti delle bambine e dei bambini e degli adolescenti; che venga previsto un Piano Nazionale di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati”, e che venga istituito un fondo specifico per favorirne l’integrazione sociale e scolastica.

L’ordine del giorno, presentato dalla vicepresidente del gruppo PD Maria Delli Quadri e sottoscritto dai consiglieri Gian Guido Naldi, Elisabetta Calari, Claudio Merighi, Siriana Suprani, Sergio Lo Giudice, Antonio Mumolo, Leonardo Barcelò, Francesco Critelli e Paolo Natali, è stao approvato con la seguente votazione: 20 voti favorevoli dei gruppi PD, RC, Verdi, Società civile; e 5 contrari (LtB; FI-PDL; AN-PDL, Misto).

Il testo integrale dell’ordine del giorno

“Il Consiglio Comunale Premesso che la Convenzione ONU per i diritti del fanciullo del 1989 e la Carta di Nizza, affermano che i diritti di tutti i bambini devono essere fondati sulla base della loro presenza in un paese, indipendentemente dalla loro origine e che è un censimento realizzato su base razziale, né può far riferimento alle norme dell’Unione Europea per l’ingresso degli extracomunitari; che in data odierna è avvenuto un incontro organizzato da varie forze sociali, politiche e Organizzazioni del Terzo Settore con il Prefetto di Bologna, al fine di ottenere una revoca immediata delle Ordinanze Ministeriali che consentono l’identificazione dei bimbi/e Rom; Visto che Il provvedimento ordinato dal Ministro Maroni viola ogni diritto di uguaglianza dei bambini e degli adolescenti e introduce una grave discriminazione basata unicamente sull’etnia e l’identità culturale; che è un atto culturalmente e socialmente grave ed è una misura del tutto inutile per garantire la sicurezza; che non è possibile giustificare l’azione del Governo con l’intento di proteggere i minori da episodi di sfruttamento; Chiediamo al Governo Italiano che sia istituito un fondo specifico con risorse aggiuntive per favorire l’integrazione sociale e scolastica dei minori stranieri; che venga promosso un coordinamento interistituzionale nazionale che definisca i compiti e gli indirizzi delle diverse articolazioni dello Stato e delle relative amministrazioni; che vengano sviluppati rapporti di cooperazione e stipulati accordi specifici con quei Paesi, a partire dalla Romania, che hanno fatto il loro ingresso nella Comunità Europea, al fine di offrire maggiore tutela ai diritti delle bambine e dei bambini e degli adolescenti; che venga previsto un Piano Nazionale di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati; a tal fine invita la Giunta a farsi promotore presso il Presidente del Consiglio dei Ministri affinchè revochino le ordinanze che prevedono l’identificazione e il censimento dei bambini e delle bambine di etnia Rom presenti nei campi nomadi attraverso la rilevazione delle impronte digitali”.