Durante il Consiglio Comunale di Bologna del 27 luglio, Antonio Mumolo è intervenuto sul piano di zona, chiedendo interventi a favore dei senza fissa dimora.

Data Seduta: 25/07/2005

Argomento:
N. 168 DELL’O.D.G. – P.G. N. 164270/2005: APPROVAZIONE DEGLI INDIRIZZI PER LA DEFINIZIONE DEL PIANO SOCIALE DI ZONA TRIENNALE 2005-2007 E DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2005.(ODG LENZI APPROVATO)

L’intervento

Grazie Presidente. Intanto preliminarmente rivolgo un doveroso ringraziamento alla Vicesindaco e a tutti coloro che hanno collaborato per portare a termine e scrivere questi piani di zona.

Io penso che un lavoro così corposo necessariamente sia in alcuni punti e in alcune parti generico e che qualche aspetto possa anche essere in qualche maniera sfuggito o comunque poco considerato. Per questo penso sia opportuno segnalare alcuni aspetti concreti su cui sono certo che la Giunta lavorerà in applicazione dei principi espressi nel piano di zona.

Uno di questi aspetti è quello relativo al dormitorio. Noi sappiamo che a settembre la struttura di via Carracci si trasferisce in via del Lazzaretto. Il Comune in questa struttura pensava di inserire 68 posti letto. Guardate, soltanto chi non ha visto la struttura di via Carracci può pensare che questa non sia una scelta saggia, perché la struttura di via Carracci è vergognosa, è qualcosa di indicibile. Per chi non l’ha mai vista e non c’è mai andato: è un casermone vecchio, abbandonato, messo in una maniera tale che davvero si fa fatica a pensare che qualcuno voglia andarci a dormire. Disgraziatamente però, nonostante il fatto che a Bologna ci siano altri dormitori, c’è una lista d’attesa delle persone che chiedono di andare a dormire anche al dormitorio Carracci.

Questo dormitorio ha 80 posti letto, il nuovo dormitorio ne ha solamente 68, cioè 12 in meno.

Qui purtroppo c’è un problema, e il problema è che ci sono sempre più persone che diventano senza fissa dimora, sempre di più. Questo lo vediamo tutti i giorni.
L’altro giorno sono venuti a trovarmi a Piazza Grande due persone, una ragazza di 30 anni ex assistente alla poltrona di un dentista, adesso licenziata, e una persona di 40 anni che aveva perso anche lui il lavoro. Questi due dormono attualmente in un sacco a pelo vicino a villa Angeletti perché non c’è il posto per andare a dormire nel dormitorio. Ne ho descritta solamente una, potrei descriverne tante, ma queste sono situazioni che aumentano.

Ci sono sempre più persone in strada. Allora pensare a un dormitorio che abbia posti in meno, significa poi arrivare ad una situazione di emergenza in cui ci troveremo con molte più persone in strada.

Forse su questo punto bisognerebbe fare un ragionamento e cercare di capire come ovviare a questa situazione.

Io ho partecipato ad una serie di riunioni con la Vicesindaco Scaramuzzino e con altri invitati e partecipanti, per quanto riguarda i piani di zona. In una di queste riunioni la Vicesindaco ci ha anche accennato al fatto che siccome ogni anno c’è la famosa emergenza freddo (che emergenza non è, perché purtroppo c’è tutti gli anni in quanto le persone che rimangono fuori dai dormitori, d’estate si arrangiano in sacco a pelo a dormire dove capita, mentre d’inverno dormire diventa un problema), si ragionava su una struttura che potrebbe essere affiancata al dormitorio di via del Lazzaretto.

Ora, di questa struttura nel piano di zona non se ne parla; immagino che sia un progetto che sarà destinato a concretizzarsi però sempre relativamente alla questione dell’emergenza. Forse bisognerebbe pensare – ripeto – ad un dormitorio che abbia più posti letto, e non meno posti letto, perché altrimenti ci troveremo in una situazione ancora più difficile quando si tratterà poi di ospitare in un luogo caldo e coperto, durante l’inverno, le persone che vivono in strada.
L’altra questione è quella del mensa bus. Per chi non lo sa, il mensa bus è un autobus che girava per la città (in realtà faceva solo un paio di fermate), e distribuiva da mangiare alle persone sena fissa dimora.
L’attività del mensa bus è stata soppressa e i pasti vengono distribuiti in via del Porto.

Forse bisognerebbe ripensare a questa scelta, perché l’idea per cui era stato istituito il mensa bus è più o meno la stessa idea del servizio mobile di strada, e cioè non aspettare che le persone arrivino in un determinato posto, ma portare verso le persone un aiuto; in questo caso si trattava di portare un pasto a queste persone.

Il mensa bus faceva solo un paio di fermate.
Nel piano di zona c’è scritto che c’era una difficoltà di accettare il servizio che vede continui spostamenti del mezzo, io sono andato ad una delle fermate del mensa bus quando esisteva e c’era un discreto numero di persone che prendevano il pasto, quindi non ho riscontrato, almeno le volte che sono andato io, questa difficoltà.

Poi pare che questo progetto non esista più perché c’era una difficoltà con la popolazione residente. Ma ripeto, i due luoghi in cui si fermava il mensa bus erano luoghi in cui la popolazione residente praticamente non esisteva perché erano luoghi abbastanza vicini al viale, dove non credo che si possa verificare un problema del genere, anche perché poi i pasti venivano distribuiti dalle 19.00 alle 20.00 (non venivano distribuiti all’una di notte), quindi è un po’ difficile che ci fossero contrasti con la popolazione residente. Questo è un altro problemino su cui penso bisogna ragionare. Poi c’è un’ultima cosa che volevo fare presente ed è la questione dei migranti.

Una Consigliera della minoranza che mi ha preceduto ha parlato del fatto che non ci sarebbero nel piano di zona progetti relativi alla famiglia. Non so se si riferiva alle famiglie di italiani o di stranieri.

C’è un problema, un problema grosso, determinato da una legge dello Stato, di cui ho avuto già modo di parlare in Consiglio Comunale, che è la legge Bossi/Fini, e dai suoi regolamenti attuativi. Come ho detto anche altre volte, con questi regolamenti attuativi sostanzialmente se in una famiglie nasce un bimbo si crea un problema enorme per i lavoratori extracomunitari perché – soprattutto se sono in scadenza di permesso di soggiorno – o trovano una casa nuova più grande, oppure, se la metratura non è sufficiente, il permesso di soggiorno non viene rinnovato ed il datore di lavoro è costretto a licenziare. Quindi queste persone sono spinte alla marginalità e alla clandestinità solamente perché nasce un figlio in una famiglia, ed è una situazione veramente vergognosa, rispetto alla quale si sono lamentati tutti, le aziende per prime. L’abbiamo visto, eravamo tutti in commissione e si sono lamentati tutti (aziende, sindacati, lavoratori etc.). Questa emergenza c’è, ed è un problema. Speriamo tutti che la legge venga un domani modificata, speriamo tutti che anche questo governo decida prima o poi almeno di modificare i regolamenti attuativi, però adesso la situazione è questa.

C’è anche un altro problema, che abbiamo avuto anche modo di dibattere ed è un problema di welfare, e riguarda le file vergognose (ogni tanto qualcuno di voi le avrà viste) che ci sono tutti i giorni davanti all’ufficio immigrazione della Questura; sono file che in qualche maniera potrebbero essere evitate, abbiamo avuto modo di parlarne quando abbiamo discusso dell’immigrazione. Il Comune potrebbe organizzare dei centri, utilizzando ad esempio l’URP o altri uffici, anche nei quartieri, per fare in modo di aiutare i lavoratori extracomunitari a compilare i moduli e preparare le pratiche necessarie per la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno.

Anche su questi punti, in considerazione delle situazioni particolari che si sono create, bisognerebbe ragionare per capire come Comune, all’interno dei piani di zona, e se non è all’interno dei piani di zona all’esterno dei piani di zona, possa in qualche maniera contribuire a risolvere questi problemi, aiutando le famiglie nella ricerca di una casa più grande in caso di nascita di un figlio e collaborando con l’ufficio stranieri della Questura per l’espletamento delle pratiche di soggiorno.
Nel Piano di Zona ci sono invece, ed è assolutamente apprezzabile, molti progetti per quanto riguarda la richiesta di asilo, molti progetti relativi all’aiuto a extracomunitari in situazioni di bisogno.

Io so che sto parlando di temi specifici, il piano di zona è corposo e parla di molto, questi sono temi specifici e particolari. Però ritengo opportuno sollevarli durante la discussione sui piani di zona perché si dia la giusta attenzione a situazioni reali e sempre più critiche sul nostro territorio.
Penso infine che sia auspicabile attivare – questo lo diceva anche la Vicesindaco nel suo intervento – periodici momenti di confronto con il terzo settore per monitorare quanto previsto nel piano di zona e per la programmazione successiva.

Ho voluto sollevare questi aspetti, che ritengo critici, perché penso e intendo dare un contributo costruttivo a questa discussione. Ovviamente per il resto concordo con l’ordine del giorno e voterò a favore.

Antonio Mumolo