COMUNICATO STAMPA Residenza e richiedenti asilo. Avvocato di strada batte Decreto sicurezza 2 a 0. Dopo le vittorie in Tribunale arriva la conferma dalla Corte Costituzionale

“Il coronamento di una battaglia che abbiamo portato avanti nei Tribunali di tante città italiane”. Il Presidente dell’Associazione Avvocato di strada Antonio Mumolo commenta così il pronunciamento della Corte Costituzionale che oggi ha dichiarato irragionevole, e incostituzionale, la norma del Decreto sicurezza che preclude l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo.

“Non consentire ai richiedenti asilo di prendere la residenza anagrafica – sottolinea Mumolo – non serviva a nulla se non ad escludere ancora di più persone che vivono già in fortissima difficoltà e che senza residenza non possono cercare lavoro, aprire un conto in banca, ottenere un documento di identità”.

“Dopo aver inutilmente segnalato l’incostituzionalità della norma abbiamo portato la nostra battaglia in Tribunale ottenendo sempre delle vittorie. La decisione della Corte Costituzionale, conclude Mumolo – mette la parola fine su una brutta pagina durata fin troppo. Siamo felici per questa vittoria e per questa conferma: lo stato di diritto non si può stravolgere in nome di un populismo e un razzismo malcelati”.

Colpo di coda di Salvini: il Ministero dell’Interno propone ricorso nel merito al Tribunale di Bologna e chiede che venga dichiarata l’insussistenza del diritto alla iscrizione anagrafica della richiedente asilo difesa da Avvocato di strada

Dopo bene due sconfitte processuali, a Bologna, Salvini insiste nel richiedere che venga negata l’iscrizione anagrafica della richiedente asilo. Ancora una volta, in dispregio delle regole processuali, il Ministero propone il giudizio di merito nonostante non abbia preso parte al giudizio relativo alla fase cautelare ed ancora una volta tenta di sostituirsi al Sindaco di Bologna, nonostante lo stesso abbia deciso di accettare la statuizione del Tribunale.

“Resisteremo anche a questa ulteriore azione dell’oramai ex Ministro che rappresenta un’inutile azione di propaganda. La scelta di Salvini di proseguire nel giudizio mal si concilia con le nostre regole processuali e comporta esclusivamente un’inutile dispendio di risorse pubbliche, oltre all’evidente tentativo di avvelenare i pozzi” il commento degli avvocati Antonio Mumolo e Paola Pizzi
 

Mumolo: “Reddito di cittadinanza? venga dato anche ai senza tetto”

Il reddito di cittadinanza non verrà dato alle persone che vivono in strada e sono prive di residenza. Ne ho parlato in un’intervista a Radio Cusano Campus

+++REDDITO. AVVOCATI STRADA: C’E’ SCOGLIO BUROCRATICO PER I SENZATETTO NON HANNO RESIDENZA, E NON POSSONO CHIEDERLO MA NE HANNO DIRITTO+++

(DIRE) Roma, 25 gen. – Antonio Mumolo, avvocato giuslavorista, e’ intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’e’ desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Universita’ Niccolo’ Cusano. Mumolo fa parte di ‘Avvocato di strada’, una rete di legali che si occupa delle persone in estrema difficolta’. Riguardo la possibilita’ che i senzatetto possano beneficiare del reddito di cittadinanza, Mumolo ha affermato: “Da quello che ho letto del decreto finora, e’ assolutamente possibile per i senzatetto richiedere il reddito di cittadinanza, con un enorme scoglio: da un lato potrebbero richiederlo perche’ non hanno reddito, ma se finiscono in strada perdono la residenza e la carta d’identita’ quindi non possono richiedere il reddito di cittadinanza. Bisogna quindi risolvere prima il problema della residenza per richiedere il sussidio. Il problema e’ gia’ risolvibile perche’ la normativa sulla residenza c’e’, ma c’e’ una forte resistenza da parte dei sindaci, ma c’e’ anche un rapporto con la poverta’ che non e’ univoco. Da una parte il governo fa il reddito di cittadinanza per sconfiggere la poverta’, ma dall’altra parte le ultime norme del decreto sicurezza sembrano invece andare contro la poverta’, perche’ per i clochard che occupano strutture abbandonate per proteggersi dal freddo, le pene sono state raddoppiate, si rischia da 2 a 4 anni di galera. E’ una pena enorme se consideriamo che per le lesioni personali la pena e’ da 1 a 3 anni. Poi c’e’ il reato di accattonaggio, per chi chiede l’elemosina, di cui non se ne sentiva il bisogno perche’ gia’ erano previste dalla legge pene per l’accattonaggio molesto e per lo sfruttamento di minori per l’accattonaggio. Queste norme sembrano quasi voler acuire questi problemi di poverta’. Ci sono persone senza fissa dimora che ci hanno chiesto informazioni sul reddito di cittadinanza e noi li indirizziamo verso i soggetti che possano seguirli in questa pratica. Stiamo lavorando anche ad una soluzione alternativa: se i comuni insistono a non dare residenza a queste persone, gli devono comunque fornire tutti i servizi di welfare sulla base del domicilio. Ma questa e’ una situazione un po’ farraginosa, noi lavoreremo per fargli ottenere la residenza e il reddito di cittadinanza”. (Comunicati/Dire) 11:49 25-01-19