Un Emilia-Romagna il progetto di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito prosegue iter

In Emilia-Romagna il progetto di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, proseguirà il suo iter in Commissione IV come prevede lo Statuto regionale.

Più volte mi sono espresso a favore di una legislazione sul fine vita, sostenendo la battaglia dell’Associazione Coscioni. Sono convinto che il Parlamento dovrebbe intervenire il prima possibile con una legge nazionale come richiesto dalla Corte costituzionale. Intanto in Emilia-Romagna, con una delibera regionale, abbiamo garantito l’accesso al suicidio assistito in tempi certi come chiedeva la sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale.

Garantire il diritto al fine vita e a una morte dignitosa non obbliga nessuno ad avvalersene. Mi sono sempre battuto per l’autodeterminazione delle persone e lo farò anche questa volta.

📌 Quali proposte sulla cittadinanza a partire dal punto di vista delle seconde generazioni?
Ne parleremo domani alla Camera del Lavoro di Bologna, insieme alla Comunità eritrea di Bologna. Con Annamaria Margutti, Anna Cometti, Marco Lombardo, Fiorella Prodi. Concluderà i lavori Maurizio
Lunghi.
🎬 Con la proiezione del documentario

Appuntamento ai Marinai

di Ariam Tecle.

Da troppo tempo si attende una legge sulla cittadinanza, che garantisca diritti a quasi un milione di ragazzi e ragazze che, di fatto, sono già italiani/e.
A domani!

Un’intervista agghiacciante

Un’intervista agghiacciante. Quella rilasciata oggi a La Stampa dal senatore leghista Pillon non può essere definita diversamente. In poche battute finiscono rapidamente nel mirino la legge 194 e la libertà delle donne, le unioni civili, addirittura il divorzio. Nessuno di questi diritti, conquistati negli ultimi decenni grazie alle durissime battaglie condotte da tante e tanti, può dirsi al sicuro. Nessun uomo o donna di questo Paese può far finta di niente: queste parole non sono dette con leggerezza. Questa gente è al governo e sta scrivendo delle leggi che presto verranno approvate. Diciamo con forza che sui diritti civili non si torna indietro. Che la libertà di scelta delle donne è intoccabile. Che vogliamo pensare al futuro, non fare un salto indietro di 50 anni.

Presidio per la strage di Orlando

Alle 19.30 parteciperò al presidio per le vittime della strage di Orlando. L’iniziativa si terrà simbolicamente nei pressi della targa dedicata alle persone lgbt perseguitate e sterminate dal nazifascismo 70 anni fa. Nonostante il tempo passato, la strage di Orlando ci conferma quanto sia ancora presente nella nostra società l’odio omofobico e quanto ancora resti da fare per sradicarlo. Anche per questo oggi sarà importante essere in tanti.

Interruzione volontaria gravidanza. Interrogazione PD: “Come viene applicata la legge 194 in Emilia-Romagna?”

Cinque consiglieri del gruppo del Partito Democratico, hanno presentato un’interrogazione alla Giunta a proposito della concreta applicazione della legge sulla Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG).

La L.194/1978, “confermata dagli elettori con una consultazione referendaria il 17 maggio 1981” ha introdotto precise disposizioni per garantire alle donne che la norma venga attuata in una struttura pubblica entro i termini ed i limiti ben precisati dalla legge. “Al ginecologo viene riconosciuto il diritto ad esercitare l’obiezione di coscienza, subordinato allo scopo principale di tutelare la vita della donna, ed al dovere di informare correttamente la paziente al fine di garantire che siano resi disponibili tutti i certificati necessari ed i consigli adeguati. Diversamente, l’obiezione dei medici potrebbe configurarsi come interruzione di servizio pubblico”.

Ora, scrivono i consiglieri, il Comitato europeo dei Diritti sociali, rispondendo a un reclamo collettivo presentato dalla Cgil, ha affermato che lo Stato italiano non fa abbastanza per evitare che l’obiezione di coscienza dei medici contrari all’aborto, “abbia come conseguenza la violazione della Carta sociale europea del Consiglio d’Europa, in particolare riguardo ai diritti alla salute e alla non discriminazione delle donne che vogliono interrompere la propria gravidanza”.

Senza mettere in discussione il diritto all’obiezione di coscienza, garantito dalla legge 194, il Comitato avrebbe constatato, all’unanimità, una violazione dell’art. 11 della Carta sociale europea, per quanto riguarda i “rischi considerevoli” per la propria salute e il proprio benessere che le donne possono subire quando l’accesso ai servizi ospedalieri per l’interruzione volontaria della gravidanza è reso difficile dalla carenza di personale, causata dalla non disponibilità dei medici e di altri addetti obiettori, e dalla mancanza di misure adeguate di compensazione, non sempre garantite dalle autorità regionali competenti in modo soddisfacente.

Perciò, i consiglieri del Pd chiedono alla Giunta quale sia il numero e la percentuale dei medici nella nostra regione che si avvalgono della scelta dell’obiezione di coscienza; se siano noti all’ASL casi di rifiuto di prescrizione dei contraccettivi, anche “post-coitali”; infine, quali siano numero, nome e finalità delle associazioni che entrano nei consultori.

Oltre a Nadia Rossi, prima firmataria, hanno sottoscritto l’interrogazione Silvia Prodi, Luca Sabattini, Francesca Marchetti, Antonio Mumolo e Valentina Ravaioli.