Carceri. L’Assemblea legislativa approva una risoluzione a sostegno dei servizi scolastici per i detenuti

Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo è uno dei firmatari della risoluzione sul tema dell’istruzione scolastica all’interno delle carceri che è approvata nella scorsa seduta dell’Assemblea legislativa. Il documento, a partire dalla considerazione che le scuole carcerarie (almeno per ciò che riguarda le primarie e le secondarie di primo grado) dipendono dai centri territoriali permanenti e che “a causa della riduzione delle risorse disponibili negli ultimi anni si sono verificati tagli al personale docente”, impegna la Giunta regionale a porsi in collaborazione con le altre istituzioni “quale struttura di governo e di supporto e a consolidare la rete fra soggetti pubblici e privati che programmano e realizzano corsi di lingua italiana ed educazione civica rivolti a cittadini stranieri in regime di detenzion”.

Nella risoluzione si chiede poi all’esecutivo regionale di individuare gli strumenti più opportuni, anche in collaborazione con l’ufficio del Garante regionale, “per realizzare il coordinamento e la razionalizzazione dei contenuti e delle azioni formative in modo da comporre un quadro d’insieme dell’offerta e della programmazione degli interventi”.

Ultima richiesta: favorire nei tavoli di lavoro interistituzionali l’attività di definizione di indicatori di qualità per la progettazione di percorsi formativi, l’attività di coordinamento e sostegno finalizzato all’aggiornamento degli insegnanti ed anche la programmazione di un’offerta linguistica complementare a quella dei Centri territoriali permanenti.

La risoluzione (PDF)

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Antonio Mumolo e il garante regionale dei detenuti si sono recati presso gli istituti penitenziari di Reggio Emilia: la relazione sulla visita

Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo e Desi Bruno, Garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, hanno visitato la Casa circondariale di Reggio Emilia e l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia.

La relazione sulla visita

Solo dal 2011 la Casa circondariale di Reggio Emilia e l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario sono finalmente sotto un’unica direzione, quella di Paolo Madonna, che sta cercando di portare a regime due realtà finora distinte per gestione del personale, spazi, ecc., benché a pochi metri una dall’altra.

Complessivamente le persone presenti sono 533: 322 detenuti in Casa circondariale (308 uomini e 14 donne in alta sicurezza) e 211 in OPG.

Molto alto il sovraffollamento, soprattutto alla Casa circondariale, che ha capienza regolamentare di 132 persone, ma significativo anche quello dell’OPG, che dovrebbe chiudere, secondo quanto prevede la Legge 9/2012, entro il 31 marzo 2013, con il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e la collocazione degli internati in strutture sanitarie. A quel punto la struttura, che è penitenziaria, potrebbe risolvere il problema del sovraffollamento della Casa circondariale, che adesso vede 3 persone detenute per cella (letti a castello in celle che dovrebbero essere singole).

Qualche altro dato. La Casa circondariale contiene 186 “definitivi”, di cui 2 in regime di semilibertà, il 70% stranieri. Quanto alle presenze nell’OPG, 205 sono i detenuti presenti fisicamente in istituto, di cui 35 nel reparto “Centauro”, 6 i detenuti in licenza temporanea, 62 quelli usciti in licenza finale sperimentale.

Appare pressante il problema del rifacimento del coperto e delle docce di tutto l’istituto, letteralmente verdi per la muffa: lavori che potrebbero essere svolti in economia con la squadra di manutenzione interna e con il lavoro dei detenuti, che appare in grado di dare un buon contributo alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’istituto.

La formazione dei detenuti prevede un corso per orto-florovivaisti per circa 10 persone, a cui seguono tirocini lavorativi con fondi regionali co-finanziati dal Comune. Il progetto della direzione è di riproporre l’orto-florovivaistica già sperimentata con successo a Modena, e in questo modo dare lavoro a più detenuti.

Nel 2011 sono stati 7 i detenuti in tirocinio lavorativo; fattiva la collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e il Centro per l’impiego. Attualmente ci sono 18 art.21 tra lavoranti esterni e interni e 2 in semiliberi.

Le attività sanitarie sono garantite da 2 psicologi per i nuovi giunti e per il SERT, 2 psichiatri per 12 ore settimanali e le specialistiche di infettivo logo, cardiologo, dermatologo, odontoiatra, oculista, ginecolo e indagini radiologiche con apparecchiatura appropriata all’interno. Sono organizzati incontri con i detenuti per l’informazione sui rischi epidemiologici e di medicina preventiva di base.

La struttura dell’OPG, rispetto alla visita della Commissione parlamentare guidata dal senatore Marino, appare più pulita, i locali sono stati da poco tinteggiati, delle 5 sezioni 4 sono aperte di giorno e solo una (la “Centauro”) è chiusa e vigilata dal personale di polizia penitenziaria. Nelle altre c’è solo personale sanitario della AUSL, che decide chi, per ragioni di pericolosità per sé e per gli altri, deve andare nel reparto vigilato, con possibilità di spostarsi in altra sezione qualora il personale sanitario valuti diversamente il quadro clinico e comportamentale. Non ci sono contenzioni in atto. Un intero piano è dedicato ad attività didattiche e ricreative.

Gran parte degli internati proviene da altre regioni, solo 32 risiedono in Emilia Romagna, resta aperto il problema di coloro che non hanno più una residenza. Solo per coloro che risultano ancora socialmente pericolosi, residuerà la vigilanza esterna della polizia penitenziaria, salva diversa collocazione in caso di cessata pericolosità.

Le regioni più rappresentate come provenienza sono: 47 dal Veneto, 32 dalla Lombardia, l’Emilia Romagna con 32, il Piemonte con 16, le Marche con 15, il Trentino Alto Adige con 12, i senza fissa dimora sono 22.

Dal referente della sanità all’OPG sono venute importanti considerazioni e preoccupazioni per il futuro degli internati: appare fondamentale che le nuove strutture siano a dimensione di paziente, con personale formato e di lunga esperienza, spazi verdi e possibilità di lavoro soprattutto all’aperto.

Per quanto riguarda il personale gli educatori assegnati sono 4 (di cui uno part time) sia nella Casa circondariale che nell’OPG.

Il personale di polizia penitenziaria risulta essere insufficiente, il numero idoneo di agenti da assegnare, per la direzione, potrebbe essere di venti agenti.

Casadei e Mumolo: “Chiusura OPG: svolta storica. Ora una nuova fase per i pazienti”

Con il voto del 9 febbraio il governo ha ottenuto la fiducia della Camera sul decreto carceri. “Il decreto – affermano i consiglieri regionali PD Thomas Casadei e Antonio Mumolo – diventerà legge dopo il voto finale previsto per martedì prossimo e consentirà all’Italia – tra le altre cose – di chiudere definitivamente la triste pagina degli ospedali giudiziari. Grazie al preziosissimo lavoro della Commissione sanitaria d’inchiesta presieduta dal Senatore Ignazio Marino, l’Italia ha potuto conoscere le condizioni, spesso taciute o ignorate, nelle quali sono costrette a vivere ancora oggi 1500 persone, di fatto rinchiuse in luoghi sovente privi dei minimi requisiti igienico sanitari, e dove è impossibile prestare le cure necessarie ai pazienti.”

“Secondo i dati della Commissione, – sottolineano i consiglieri – solo il 60% dei pazienti rinchiusi sono individui socialmente pericolosi. Tutti gli altri hanno dovuto affrontare una detenzione lunga anche decenni solo e unicamente perché non hanno una rete familiare pronta ad accoglierli o perché non c’è una AUSL che li possa assistere. I sei OPG oggi esistenti in Italia, tra cui quello di Reggio Emilia, chiuderanno i battenti entro il 31 marzo 2013. Grazie ad un finanziamento di 273 milioni di euro al loro posto sorgeranno piccole strutture capaci di accogliere 30 o 40 persone, sorvegliate all’esterno dalla polizia penitenziaria, che potrà garantire la necessaria sicurezza.”

“In queste strutture – concludono Casadei e Mumolo – ci saranno tutte le attrezzature adeguate per l’assistenza ai pazienti, e soprattutto ci saranno infermieri, medici, psichiatri ed esperti di riabilitazione che potranno finalmente fare il proprio mestiere, ovvero curare la mente e il corpo dei pazienti. Le persone potranno essere curate e assistite secondo i propri bisogni: il nostro paese farà così un grande passo in avanti. Il nostro sistema giudiziario somiglierà di più a quello che deve essere: un sistema che tende a recuperare le persone, non a mortificarne la dignità.”

Chiusura ospedali psichiatrici. Casadei e Mumolo: “Una bellissima giornata per la dignità di tutti”

Con il voto di ieri il Senato ha approvato il decreto carceri che prevede la chiusura definitiva degli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari. Le sei strutture attualmente esistenti in Italia, tra cui quella di Reggio Emilia, chiuderanno i battenti entro il 31 marzo 2013.

“Con il decreto carceri l’Italia potrà finalmente chiudere una triste pagina della propria storia e compirà una vera e propria svolta di civiltà”. Commentano così la notizia i consiglieri regionali del Partito Democratico Thomas Casadei e Antonio Mumolo, sempre attenti alle questioni connesse al carcere e ai diritti delle persone più vulnerabili.

“Solo il 60% dei 1500 pazienti rinchiusi negli OPG sono considerati individui socialmente pericolosi. Tutti gli altri sono detenuti solamente perchè non hanno una famiglia che li accolga o una AUSL che li possa assistere. Se, come auspichiamo, la Camera confermerà il voto del Senato – proseguono i consiglieri – 600 persone giudicate non pericolose socialmente torneranno libere e non saranno più costrette a vivere prive di dignità in luoghi che lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha esitato a definire indegni. Gli altri pazienti saranno trasferiti in strutture più idonee a questo tipo di cura. Un esempio significativo nella nostra Regione è la comunità aperta Casa Zacchera a Sadurano, sulle colline di Castrocaro, che dal 2007 grazie ad un progetto speciale promosso dalla Regione Emilia-Romagna, è considerata un esempio di buone pratiche nel campo della salute mentale per il reinserimento territoriale degli internati.”

“Un grande ringraziamento deve andare a tutti i cittadini e alle associazioni che hanno combattuto per anni per questo risultato. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza di loro e senza lo straordinario impegno del Senatore Ignazio Marino, Presidente della Commissione sanitaria d’inchiesta, che con un lavoro iniziato circa due anni fa, insieme ai componenti della Commissione, ha documentato e portato alla luce una realtà che veniva volutamente ignorata e che in molti stentavano a ritenere possibile. Il grado di civilizzazione di una società si misura anche dalle condizioni delle persone più deboli. Per questo – concludono Mumolo e Casadei – oggi è una bellissima giornata per i diritti e la dignità di tutte le persone.”

06.12.11 “Dignità condannate: le carceri sovraffollate e l’umanità strappata”

Un confronto sulla drammatica realtà carceraria italiana. Martedì 6 dicembre alle h.18.30 Antonio Mumolo partecipa all’iniziativa “Dignità condannate: le carceri sovraffollate e l’umanità strappata” che si tiene presso il Circolo PD Centro Storico, in via Belle Arti 22, Bologna

Dopo i saluti del segretario del Circolo, Francesco Mileno, e del coordinatore dei Giovani Democratici di San Vitale, Andrea Politi, interverranno:

Valerio Guizzardi, presidente dell’Associazione Papillon Emilia-Romagna
Antonio Mumolo, consigliere regionale PD e responsabile Partecipazione e Associazionismo del Partito Democratico di Bologna.

Modererà l’incontro Filippo Maltese (GD S. Vitale).

Durante la quale saranno proiettati estratti dei documentari “Se tu vivessi in una cella” e “Uno sguardo sulla sanità in carcere”, realizzati, rispettivamente, dall’Associazione Progrè e dall’Associazione Papillon Rebibbia. (altro…)