L’emergenza Covid ha ridotto i diritti alla salute in carcere. Madri e figli piccoli si trasferiscano in case famiglia protette

Ieri sono intervenuto in Aula, e commentando la relazione del garante regionale uscente per i diritti dei detenuti, ho sottolineato, come nelle carceri dell’ Emilia-Romagna, già sovraffollate, non viene rispettato il principio di territorialità ovvero vengono detenute persone che arrivano da altre regioni e questo crea problemi ulteriori ai reclusi, ai loro parenti, ai loro avvocati e al personale degli istituti.

Sono andato personalmente a visitare il carcere minorile del Pratello di Bologna. C’è lo stesso problema, e si vuole passare da 25 a 50 posti, per accogliere anche minori detenuti provenienti da altre regioni.

Ritengo profondamente sbagliato e dannoso impedire ai ragazzi di poter stare vicino ai loro familiari.
Al sovraffollamento si aggiunge la carenza di medici, il cui numero dovrebbe essere aumentato anche per affrontare efficacemente la pandemia ancora in corso.

Inoltre, ho chiesto che si provveda a trasferire in tempi brevi, madri e figli in case-famiglia protette, strutture esistenti e già finanziate, evitando ai bambini l’esperienza del carcere.

CARCERE BOLOGNA. MUMOLO: VOGLIONO RADDOPPIARE DETENUTI PRATELLO

CARCERE BOLOGNA. MUMOLO: VOGLIONO RADDOPPIARE DETENUTI PRATELLO /FOTO “DA 25 A 50 RAGAZZI, ANCHE 4 A STANZA, SPERO CI SIA RIPENSAMENTO” (DIRE) Bologna, 27 ott. – “Ho fatto visita, nelle settimane scorse, al carcere minorile e sembra si stia andando, anche in questa struttura, verso un aumento del numero dei ragazzi detenuti, con stanze che da due persone andranno a contenerne tre o quattro”. L’allarme sul carcere minorile del Pratello è del consigliere regionale del Pd Antonio Mumolo. Il quarto letto, precisa il dem, “sarebbe addirittura invisibile dallo spioncino, come ho potuto appurare personalmente”. Insomma, nella struttura “da 25 posti si vorrebbe passare a 50, accogliendo detenuti che provengono da altre regioni. Io mi auguro che ci sia un ripensamento rispetto alla capienza del carcere del Pratello”. (Bil/ Dire) 19:09 27-10-21 NNNN

La strada raccontata da un avvocato. Intervista al giornale “Ne vale la pena”

Lo scorso mese sono stato in visita al Carcere della Dozza, dove ho potuto incontrare i detenuti e i volontari che lavorano della redazione del giornale “Ne vale la pena” e che mi hanno intervistato. A questo link l’intervista

http://www.bandieragialla.org/content/la-strada-raccontata-da-un-avvocato-intervista-ad-antonio-mumolo

(ANSA) Carcere. Commissione parità visiterà casa-lavoro Castelfranco E.

(ANSA) – BOLOGNA, 22 APR – La commissione Parità e diritti delle persone – presieduta da Roberta Mori e riunitasi aprendo la seduta con un minuto di silenzio in memoria dei migranti deceduti nel Mediterraneo nella notte fra sabato e domenica scorsi – visiterà la Casa lavoro di Castelfranco Emilia (Modena). Lo riferisce una nota specificando che la proposta è stata avanzata dalla Garante regionale dei detenuti, Desi Bruno, nel corso della sua audizione in commissione sulla situazione carceraria in Emilia-Romagna. La proposta è stata accolta dalla presidente Mori. A favore si sono espressi Antonio Mumolo e Luciana Serri (Pd). Nel suo intervento, la Garante ha toccato i temi più importanti attinenti la vita dei ristretti in Emilia-Romagna, dai numeri sulla riduzione del sovraffollamento alla presenza di detenuti stranieri nelle carceri fino alle criticita’ riguardanti sanita’ e offerta lavorativa. L’incontro e’ stato anche l’occasione per aggiornare i consiglieri sulle ultime vicende relative agli Ospedali psichiatrici giudiziari e al trasferimento degli internati nelle Rems. Ampio spazio e’ stato poi dedicato alla Casa lavoro di Castelfranco Emilia. L’invito a visitare ufficialmente la struttura detentiva, definita “una casa lavoro senza lavoro”, servira’ a verificare di persona le condizioni degli ospiti “e lo stato di inutilizzo, e quindi degrado, del patrimonio edilizio e agricolo: un vero spreco di risorse”, ha sottolineato Desi Bruno. La Garante ha poi annunciato “la presentazione di una ricerca sulle donne detenute in regione: abbiamo gia’ effettuato tutti i rilevamenti e aspettiamo solo la validazione dei dati dall’amministrazione penitenziaria, speriamo di poter dare una anteprima alla commissione gia’ prima dell’estate”. Per chiarimenti sono intervenuti Daniele Marchetti (Ln),sulla “presenza dei detenuti stranieri nelle nostre carceri e la possibilita’ di fare scontare loro la pena nei paesi di origine”; Tommaso Foti (Fdi), sugli organici polizia giudiziaria e sul numero delle persone in attesa di giudizio o con sentenza definitiva; Giulia Gibertoni (M5s) sulle criticita’ sanitarie all’interno delle carceri e, in particolare, “sul riscontro di malattie infettive”. Infine, Francesca Marchetti (Pd) ha chiesto chiarimenti sui percorsi alternativi alla detenzione. (ANSA).

(REDATTORE SOCIALE) Senza dimora. “Evaso” dalla panchina è stato prima condannato e poi assolto

panchina

Era agli arresti domiciliari. Sono in tanti gli homeless a scontare il carcere anche quando potrebbero avere pene alternative se avessero una casa. Per sorvegliarli, secondo Avvocati di strada, basterebbero i braccialetti elettronici. La storia di Ilario Bonazzoli.

(RED.SOC.) MILANO – In primo grado il Tribunale lo aveva condannato perché non si era fatto trovare in casa, nonostante fosse agli arresti domiciliari. Era il 2009. Peccato che l’uomo, Ilario Bonazzoli, 43 anni, fosse senza dimora. La sua “casa” doveva essere il parco di fronte al Municipio di Borgosatollo, un paese alle porte di Brescia. Per tre volte i poliziotti che lo sorvegliavano hanno notato una sua “evasione” dalla panchina. Alla fine e’ arrivata la denuncia e la condanna in primo grado ad altri dieci mesi di carcere. Il 12 gennaio la sentenza d’appello la ribalta e sancisce che Bonazzoli debba lasciare il penitenziario di Ivrea dove e’ attualmente detenuto. Ma il problema, a questo punto, ricade sui servizi sociali di Borgosatollo, dove il senza dimora dovrà alloggiare: “Oggi come oggi, non saprei nemmeno dove alloggiarlo, non abbiamo strutture da offrirgli – commenta il sindaco di Borgosatollo Francesco Zanardini -. L’unico aiuto che gli possiamo dare e’ trovare una residenza fittizia”. La storia di Ilario Bonazzoli è unica, non fa scuola. Ma apre scenari interessanti a chi da 13 anni si occupa di difendere i diritti dei senza dimora, come l’associazione Avvocati di strada. Per quanto assurdo sia obbligare chi non ha una una casa a restare su una panchina, la sentenza potrebbe marcare un cambio culturale: “Non ho visto le carte – ragiona il presidente di Avvocati di strada Antonio Mumolo – e il mio giudizio non può essere molto approfondito, ma di primo impatto non la giudico negativa di per se'”. Ai senza dimora infatti di norma viene comminata una pena da scontare in carcere anche quando la sentenza prevederebbe una misura cautelare minore. Ma come si fa a sorvegliare una persona che non ha un domicilio? La risposta, per l’avvocato Mumolo, c’e’: attraverso il braccialetto elettronico annunciato dal Governo Letta a dicembre. Una misura al centro delle polemiche proprio in questi giorni: il 15 gennaio il capo della Polizia Alessandro Pansa ha dichiarato alla Commissione giustizia della Camera in relazione al decreto Cancellieri che al momento ne sono utilizzati 90, anche se il costo complessivo è di 5 milioni di euro. Eppure lo strumento, potenzialmente, potrebbe aiutare il sistema carcerario a risparmiare soldi e celle. Di cifre esatte sui detenuti senza dimora non ne esistono, ma esistono altri numeri che possono dare un’idea dell’entità del fenomeno. Secondo l’ultima ricerca FioPSD – Istat il 13,2 per cento dei 50 mila senza dimora d’Italia ha avuto esperienze con il carcere. Non per tutti la cella era necessaria. A questo si aggiungono le esperienze di Antigone e Ristretti orizzonti, che segnalano moltissimi casi di senza dimora costretti a stare in carcere. “L’introduzione del braccialetto unito all’obbligo di firma ogni giorno potrebbe contribuire ad evitare la sperequazione di trattamento tra chi ha una casa e chi no – e’ la conclusione di Mumolo -. Permetterebbe di seguire i senza dimora senza obbligarli a stare in carcere. L’evasione ci sarebbe solo nel caso in cui qualcuno si strappasse il braccialetto”. (lb) (www.redattoresociale.it) 13:07 16-01-14 NNNN