I consiglieri dem con Misto-Mdp sostengono alla Camera la proposta per una sede distaccata dell’Agenzia che “faciliterebbe una più efficace gestione e riutilizzo in funzione sociale dei patrimoni sottratti alla criminalità organizzata”

Giungere nel più breve tempo possibile all’approvazione del testo di riforma attualmente all’esame della Camera che prevede una sede distaccata dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Ansbc) proprio a Bologna. Lo chiede al Parlamento il Partito democratico che con una risoluzione firmata da Mirco Bagnari insieme a Paolo Zoffoli, Paolo Calvano, Antonio Mumolo, Alessandro Cardinali, Manuela Rontini, Luciana Serri, Enrico Campedelli, Giorgio Pruccoli e Silvia Prodi (Misto-mdp) ricorda l’impegno della Regione e dell’Assemblea legislativa nella lotta contro la criminalità organizzata. Il “Testo Unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” sostenuto e approvato dall’Assemblea e i numerosi progetti a favore della legalità promossi dalla Giunta destinando risorse agli enti locali, pubblici, Università e associazioni del territorio e, non da ultimo, le politiche regionali per il recupero dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e destinati ai comuni per finalità sociali sono solo alcuni degli esempi che dimostrano la volontà della nostra regione di combattere l’illegalità diffusa. Il numero dei beni sottoposti a una misura di prevenzione patrimoniale in Emilia-Romagna oggi è decisamente significativo, sottolineano i consiglieri dem. In più dal 2012 è attiva a Bologna l’Agenzia operativa della Direzione investigativa antimafia in Emilia-Romagna e i consiglieri ricordano anche il ruolo di altri istituti, come la Consulta permanente, l’Osservatorio regionale di monitoraggio, il Centro di documentazione sulla sicurezza e la criminalità organizzata della Biblioteca dell’Assemblea legislativa e l’allocazione diretta di risorse per il processo Aemilia. Per questi motivi una sede periferica di Ansbc in Emilia-Romagna “costituirebbe un ulteriore tassello al contrasto della presenza mafiosa già in essere in Regione Emilia-Romagna e faciliterebbe una più efficace gestione e riutilizzo in funzione sociale dei patrimoni sottratti alla criminalità organizzata”.