La scorsa settimana ho letto sul Carlino l’ennesimo attacco del consigliere Bignami alle politiche di integrazione della Regione. Stavolta lo “scandalo” sarebbe l’offerta di corsi di italiano ai migranti e il servizio di babysitting offerto a chi frequenta i corsi. Per prima cosa dobbiamo metterci d’accordo. Sappiamo che imparare la nostra lingua è l’unico modo che ha un migrante per potersi integrare nella nostra società, per poter trovare un lavoro o anche solo per poter parlare con gli insegnanti dei propri figli a scuola. Partendo da questo presupposto, una delle azioni previste dal progetto FAMI è proprio la realizzazione di “percorsi di formazione civico-linguistica”. Va da sé che per poterli frequentare i migranti con figli devono poterli affidare a qualcuno e da questa semplice constatazione nasce il bando che tanto scandalizza Bignami. Quanto poi a chi finanzia queste azioni, faccio notare che rientrano in uno specifico programma dell’Unione Europea, AMIF. Il programma prevede che ciascuno stato presenti progetti specifici per l’integrazione e la nostra Regione, come è stato ricordato anche nella recente sessione europea, è tra le più virtuose in Italia per l’utilizzo dei fondi europei. Nessuno scandalo quindi, ma pratiche quotidiane di integrazione e accoglienza. Forse sarebbe ora di elogiare, invece di ricoprire di fango, chi si impegna per rendere la nostra una società migliore.

P.S.
Per quanto riguarda i servizi per gli italiani in difficoltà, la nostra Regione è da sempre una delle più attive: grazie al Fondo Sociale Europeo, ogni anno sono centinaia i corsi di formazione rivolti ai cittadini emiliano-romagnoli, per non parlare degli stanziamenti per la casa o delle leggi approvate per l’inserimento lavorativo delle persone in condizioni di fragilità o al reddito di solidarietà. Al netto delle tante misure adottate, credo sia importante ribadire che il benessere di ciascuno di noi sarà maggiore se riusciremo a costruire insieme una società accogliente per tutti e a realizzare un’uguaglianza di fatto.