L’azienda regionale per il diritto allo studio ER.Go viola il diritto costituzionale di “raggiungere i più alti gradi degli studi”.

Lo fa quando blocca amministrativamente la carriera universitaria degli studenti che, avendo perso la borsa di studio e dovendo restituire il denaro, si trovano in posizione di inadempienza e dunque ad esempio non possono sostenere esami o ritirare l’eventuale certificato di laurea. Su questa base il consigliere regionale del Partito democratico Antonio Mumolo chiede alla giunta, attraverso un’interrogazione presentata oggi, “quali siano le condizioni per la revoca della borsa di studio e se la revoca comporti automaticamente il blocco della carriera, se nel passato si sono verificati casi di studenti ai quali sia stato applicato e se vengono ricercati e attivati strumenti efficaci per assistere gli studenti in difficoltà che si trovino a rischio di possibili revoche”. Nell’interrogazione il consigliere rimarca come “l’esigenza di agevolare il recupero dei crediti vantati dall’Azienda” non può “giustificare questa tipologia di sanzionamento”, a maggior ragione se si “considera che le cause di esclusione e decadenza non sempre discendono da comportamenti omissivi del beneficiario, ma possono dipendere da circostanze personali imprevedibili”.

ER.Go per la riscossione dei crediti potrebbe- invece di bloccare la carriera universitaria dello studente- “sospendere gli eventuali altri benefici assegnati e recuperare i crediti vantati con la consegna del ruolo al concessionario della riscossione”.