(DIRE) Bologna, 6 mar. – Nel Pd dell’Emilia-Romagna scoppia il caso del voto degli stranieri alle primarie dopo le contestazioni (con tanto di esposti ai garanti Pd dei candidati a Modena) dopo la consultazione di domenica scorsa per la selezione degli aspiranti sindaci. E parte la sfida congressuale tra il segretario uscente Stefano Bonaccini e il consigliere regionale Antonio Mumolo. Bonaccini, responsabile Enti locali del partito, ha lanciato questa mattina dalla colonne di “Repubblica” la proposta di escludere gli extracomunitari che non possono poi votare alle comunali dalle prossime primarie. Ed arriva lo stop del civatiano Mumolo. Pur condividendo l’auspicio di Bonaccini che venga concesso il diritto di voto agli stranieri alle elezioni, Mumolo non e’ d’accordo a limitare ai comunitari la partecipazione alle primarie.

“Comprendo che si possono correre dei rischi, quello che e’ successo lo dimostra- afferma- ma io sono per introdurre norme piu’ severe nei confronti di chi si presta a vendere il proprio voto e per chi quel voto lo compra. Ma le primarie aperte sono un valore e io manterrei il voto ai sedicenni e agli extracomunitari”. Non c’e’ dubbio, secondo Mumolo, “che ci sia stato un abuso, ma non penso che si possa rispondere con una chiusura, perche piu’ sono aperte le primarie meglio e’ per tutti”. Indietro non si torna insomma.

Lo stop a Bonaccini corre anche sui social, con diversi esponenti del Pd locale in campo contro la proposta. Si segnalano in particolare le prese di posizione dei democratici di origine extra-Ue. “Applicare il codice etico del Pd penso sia la migliore risposta alla situazione venutasi a creare in alcune citta’ sul voto dei cittadini non comunitari alle primarie del Pd”, scrive il consigliere comunale di Bologna Leonardo Barcelo’, di origini cilene. “Colpire duramente chi abbia cercato di manipolare e peggio comprare il voto delle persone e’ un reato penale nel nostro Paese e ancora piu’ grave se tale malcostume mettesse radici nel nostro partito. Mantenere il diritto al voto alle primarie dei cittadini non comunitari nel rispetto della legalita’ e’ un compito a cui siamo chiamati tutti. Non continuare sulla strada alla partecipazione alle primarie di questi cittadini sarebbe come buttare il bambino col acqua sporca”.

Boccia la proposta anche l’assessore Pd di San Lazzaro di Savena Raymon Dassi: “sarebbe piu’ corretto e piu’ coraggioso escludere chi ha corrotto”, afferma. “Io non posso concordare con il segretario regionale, Stefano Bonaccini, che ipotizza l’esclusione degli immigrati dalle primarie. Le scelte della direzione locale del Pd devono mirare a garantire la partecipazione corretta di tutti, non creare le condizioni di alienazione, per poi autorizzare operazioni di demonizzazione degli immigrati. Che il voto degli immigrati non comunitari alle primarie non sia poi replicabile alle elezioni vere e’ una anomalia non da attribuire agli immigrati, ma al sistema politico italiano. Il Pd s’impegni non a escludere gli immigrati dal voto alle primarie, ma a farli completare l’acquisizione del diritto di voto, in modo da poter esprimere e ripetere i loro voti sia alle primarie, sia alle elezioni vere e proprie”. (Bil/ Dire) 16:54 06-03-14