Un intervento normativo, a livello nazionale, che disciplini giuridicamente in modo puntuale e uniforme l’istituto del cosiddetto “testamento biologico” e le relative modalità di applicazione. Lo chiede una risoluzione approvata a maggioranza dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e sottoscritta dal consigliere regionale PD Antonio Mumolo. “Si tratta di una necessità – si legge nella risoluzione – anche considerati i sempre maggiori progressi della scienza medica e la conseguente possibilità di far ricorso a “tecniche che consentono di prolungare artificialmente la vita del paziente affetto da patologie gravi e degenerative”.

Nella risoluzione si impegna la Giunta regionale a sollecitare “il Governo all’adozione di un atto legislativo che disciplini compiutamente la materia del testamento biologico, attivandosi a tal fine, per quanto di competenza, nelle opportune sedi istituzionali e politiche”.

Altra richiesta all’esecutivo regionale: sollecitare “le amministrazioni comunali all’istituzione del registro dei testamenti biologici, anche mediante l’adozione di una delibera regionale di indirizzo e direttiva” così come già fatto da parecchi Comuni italiani.

Infine, in attesa dell’entrata in vigore dell’auspicata legge nazionale, la risoluzione impegna la Giunta a sensibilizzare il personale sanitario competente circa l’utilizzo di dispositivi terapeutici per la cura palliativa dei soggetti che versano in uno stato patologico grave prossimo al fine vita, ivi compresa la somministrazione di sostanze stupefacenti dotate di proprietà terapeutiche secondo la normativa vigente, ciò – conclude la risoluzione – “al fine di garantire la dignità della persona umana anche nella sua fase terminale”.