Sovraffollamento, acqua ad intermittenza, muffa e umidità, pasti a rischio a partire da ottobre. Il consigliere regionale PD Antonio Mumolo raccoglie gli allarmi che arrivano dal carcere bolognese della Dozza e lancia un appello al Governo.

“Le condizioni di sovraffollamento e le condizioni di igiene del carcere di Bologna – afferma il consigliere Mumolo – non possono lasciare indifferenti, specialmente in questo periodo dell’anno. La stessa cosa vale per tutte le altre carceri dell’Emilia-Romagna, che secondo la relazione annuale presentata in Giunta dall’Assessore Marzocchi, sono attualmente al secondo posto in Italia per il tasso di sovraffollamento: i detenuti in regione sono 4.373 a fronte di una capienza regolamentare di 2.394.”

“In Italia – prosegue il consigliere – il carcere dovrebbe tendere al reinserimento sociale, mentre nella realtà rappresenta troppo spesso solo una condanna al degrado: come si può reinserire in società una persona che vive in un luogo dove, rispetto al mondo delle persone libere, ci si suicida dalle sette alle venti volte più spesso? In attesa di riforme strutturali sarebbe possibile da subito porre in essere interventi urgenti e a costo zero: si potrebbero ampliare le possibilità di accesso alle misure alternative, per i reati che non siano espressione di particolare allarme sociale si potrebbe prevedere che gli autori vengano messi in carcere soltanto se negli istituti vi siano posti disponibili rispetto alla capienza regolamentare, e si potrebbe rendere permanente la previsione legislativa di esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno.”

“Successivamente andrebbero adeguati gli organici del personale addetto agli Uffici Esecuzione Penale Esterna, del personale educativo e sanitario e degli organici della Polizia Penitenziaria. Il Governo rompa il proprio immobilismo sul tema e invii fondi utili a tamponare l’emergenza. Possibilmente – conclude Mumolo – prima che ad ottobre finiscano i soldi per i pasti dei detenuti”.