In Italia si muore ancora di povertà. Dopo le decine di persone che in questi mesi sono morte per il gelo in tante città italiane, sabato anche a Bologna è morto di freddo e di stenti un neonato. Esprimo la mia vicinanza alla famiglia, che si è trovata in difficile situazione a causa di difficoltà economiche. Per quanto è nelle proprie possibilità, l’associazione Avvocato di strada è a disposizione della famiglia. Mi auguro che si possano capire in fretta le cause di un dramma incomprensibile e che vengano trovate al più presto soluzioni perché cose simili non accadano più.
Antonio Mumolo

L’articolo
(Fonte www.bologna.repubblica.it)

Bologna, la tragedia di piazza Maggiore
Neonato muore di freddo e di stenti
Devid Berghi, venti giorni appena, non è sopravvissuto. Salvati il gemello e una sorellina, grazie a un intervento dell’ambulanza del 118, il 4 gennaio. I tre bambini vivevano con la mamma in strada e dentro la biblioteca Sala Borsa
di ELEONORA CAPELLI e LUIGI SPEZIA

Un neonato di venti giorni morto molto probabilmente anche per il freddo, comunque per le sue condizioni di vita difficili, portato dalla madre e il padre in giro per il centro di Bologna a zero gradi, senza una casa sicura, bivaccando per ore in Sala Borsa. Così è morto Devid Berghi, mentre è stato salvato con un ricovero d’urgenza al Sant’Orsola il fratello gemello. E successo tra l’indifferenza in prossimità della festa dei bambini, la Befana. In centro a Bologna non si perde neanche un bambino, canta Lucio Dalla. Però ora si muore.

Erano circa le sette e trenta del 4 gennaio, quando un’ambulanza del 118 ha raccolto il neonato febbricitante in piazza Maggiore. Non si sa chi l’abbia chiamata, quel giorno l’informazione dell’intervento non è stata data. Una famiglia che da giorni viveva allo sbando, secondo molti testimoni: la madre, sui 35 anni, italiana, il padre pure italiano, i due gemellini e un’altra bambina di un anno e mezzo. Sala Borsa era uno dei luoghi di ristoro di giorno, di notte non si sa dove la famiglia trovasse riparo, anche se formalmente risulta residente in via delle Tovaglie. L’ambulanza porta d’urgenza il piccolo al pronto soccorso del Sant’Orsola, dove i medici si accorgono subito delle sue condizioni criticissime. Devid viene ricoverato in sala rianimazione, ma è troppo tardi: non supera la crisi respiratoria e il giorno dopo, vigilia dell’Epifania, muore.

Medici e infermieri della Pediatria si fanno in quattro fin da subito saltando anche gli orari per aiutare questa famiglia che si capisce subito essere in grande difficoltà economica ed esistenziale e sembra quasi impossibile che possano aver vissuto in quelle condizioni per strada due gemelli appena nati. Vengono protetti e ricoverati l’altro gemello e la sorellina, nel timore che la morte di Devid sia stata causata da un virus contagioso. Ma i due sopravvissuti stanno bene.

Una vicenda dolorosissima, nei giorni dello shopping e delle feste natalizie, che solleva molti interrogativi. I due gemelli erano nati poco prima di Natale: la madre è stata dimessa con i due neonati. I servizi sociali si sono allertati? La famiglia sembra fosse conosciuta dalle strutture pubbliche, almeno in passato, anche per altre vicende, ma perché nessuno è intervenuto? Come è possibile che nessuno in Sala Borsa o per strada abbia notato questa donna girare con due neonati in condizioni evidentemente disagiate? Tutte domande alle quali si dovrà ora dare una risposta.