“Per l’università e la ricerca pubbliche, indipendenti e di qualità. Per un diritto allo studio non retorico, ma effettivo. Per una scuola sostenibile: più tempo alla didattica e classi meno affollate”.

Queste le motivazioni a sostegno della Giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio indetta per oggi, 17 novembre 2010, e che ha visto coinvolte le rappresentanze di studenti, insegnanti e ricercatori, unitamente al mondo del sindacato Flc-Cgil. L’iniziativa ha avuto l’adesione di diversi amministratori e rappresentanti delle istituzioni: tra questi i consiglieri Regionali PD Thomas Casadei e Antonio Mumolo, che a Bologna hanno partecipato al corteo degli studenti e preso parte al presidio organizzato dalla CGIL davanti alla Prefettura.

“Nel 2011 il Fondo per il diritto allo studio spettante alla nostra regione potrebbe quasi azzerarsi a causa dei tagli in Finanziaria – osserva Thomas Casadei (insegnante e capogruppo PD in Commissione Scuola, Formazione professionale, Lavoro, Cultura) – con il risultato che non sarà più possibile finanziare borse di studio agli studenti meritevoli e sotto una certa soglia Isee”.

“Il Fondo, nato nel 1946, è stato concepito per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso all’istruzione superiore e per consentire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi, un principio di civiltà che – afferma Antonio Mumolo (avvocato, oltre che consigliere regionale del PD), sta saltando in aria insieme agli avanzi del nostro fragile welfare sotto la mannaia implacabile del Governo”.

“Se guardiamo ai numeri – proseguono i due consiglieri – vediamo che nel 2009 il fondo per l’Emilia-Romagna ammontava a 24 milioni di euro, con i quali si è riusciti a coprire il 100% delle domande, nel 2010, conseguentemente ai tagli lineari apportati dal governo, il fondo è stato ridotto a 11 milioni di euro, cifra sufficiente a coprire solo l’80% delle domande. I problemi, tuttavia, arriveranno nel 2011, quando, se l’attuale finanziaria andrà in porto, al fondo regionale spetteranno solo poco più di un milione di euro”. Anche se per il 2011 e il 2012 la Regione, perseguendo un’altra via, potrebbe impegnarsi a trovare finanziamenti alternativi, si prevede che nel 2013 l’investimento possibile in materia rischia di essere pari a 0. L’idea che si sta ventilando, inoltre, è quella di trasformare il Fondo per il diritto allo studio con un fantomatico “fondo al merito” gestito a livello nazionale, scippando le regioni di una loro prerogativa attuale, ma soprattutto senza indicare con quale piano di investimenti”.

“C’è da chiedersi” – concludono i due consiglieri – “dove sia il federalismo tanto sbandierato da Lega e PDL. E’ assolutamente urgente che questo Governo, incapace di dare risposte ai veri bisogni del paese, a partire da quelli delle nuove generazioni, cessi quanto prima la sua esistenza”.