Antonio Mumolo è intervenuto nella prima seduta del Consiglio Comunale del 27.02.06, in occasione della relazione del professor Pavarini sul tema della sicurezza

IL DIRITTO ALLA SICUREZZA E LA SICUREZZA DEI DIRITTI

Intervengo su questo argomento in quanto sono uno dei firmatari della richiesta di convocazione della V commissione consiliare per intraprendere un percorso di discussione, approfondimento e partecipazione rispetto a quanto emerso dalla relazione del Prof. Pavarini.

Vorrei intanto esprimere il mio personale apprezzamento per una relazione complessa e approfondita, che rappresenta una fotografia reale e coerente della situazioni in cui viviamo a Bologna.

Situazione che è molto simile a quella di altre grandi città italiane ed europee.
La relazione, tra le altre cose, si occupa della percezione sociale di insicurezza della cittadinanza bolognese, percezione che deriva da un insieme di fattori, indicati dal professor Pavarini, che vanno affrontati e approfonditi anche nell’ambito della commissione consiliare.

Quello della sicurezza è un problema complesso, il cui esame comporta necessariamente uno sforzo collettivo che coinvolga tutti i soggetti chiamati a fare delle scelte, dai quartieri al consiglio comunale e al Sindaco.

Tra l’altro vorrei anche esprimere il mio personale apprezzamento per la scelta fatta dal Sindaco di pubblicare sul sito di Iperbole il testo integrale della relazione del prof. Pavarini, favorendone così la massima diffusione, all’evidente fine di stimolare una massiccia partecipazione al dibattito su questo tema.

Trovo particolarmente convincente la tesi esposta nella relazione in cui si assume il bene sicurezza come “ bene pubblico”. Cito: “La sicurezza non è pertanto un “nuovo” diritto, ma lo stato di benessere che consegue alla tutela dei diritti di tutti. Una sorta di rivoluzione copernicana: il tema della sicurezza cittadina si converte pertanto dalle politiche volte a soddisfare “il diritto alla sicurezza” a quelle orientate a garantire “la sicurezza dei diritti”.

Quando la sicurezza dei diritti non è garantita, i primi a farne le spese sono i soggetti più deboli.

A volte infatti accade che la percezione di insicurezza generi mostri, e si verifica, nell’immaginario collettivo, l’inaccettabile equazione tra situazioni di disagio sociale e comportamenti criminali.

Il più debole, il più povero, colui che vive in strada viene visto come soggetto portatore di insicurezza, mentre spesso è proprio il soggetto che subisce la violazione dei suoi diritti.

Un esempio eclatante di ciò che può avvenire quando i cittadini si sentono poco sicuri è quello che ho già ricordato in questo Consiglio comunale: qualche mese fa un ragazzo che vive in un dormitorio pubblico è stato segnalato alla Polizia da alcuni cittadini e gli è stato notificato un foglio di via (che è un ordine di lasciare la città e di non tornarvi per tre anni) solo perché giocava con i piccioni in una piazza cittadina.

Questa persona ha ottenuta giustizia da un tribunale, ma la situazione in cui si è trovato dimostra che spesso sono proprio i più deboli quelli che sono i più danneggiati nelle situazioni in cui c’è una forte percezione di insicurezza.

Io non ho certezze su quelle che sono le possibili soluzioni, a differenza di alcuni colleghi del centro destra per i quali le soluzioni proposte dalla precedente amministrazioni sono la panacea di tutti i mali. I cinque anni trascorsi nel mandato Guazzaloca ci hanno lasciato in eredità una città in cui, a voler essere generosi, i problemi sono rimasti quelli che erano, e questo dovrebbe bastare per convincere tutti della reale necessità, su questo tema, di una discussione franca e priva di pregiudizi.

Un buon amministratore deve necessariamente prendere atto della situazione in cui si trova ad operare se vuole trovare soluzioni credibili e praticabili alle problematiche che investono la propria comunità.

Oggi, grazie anche alla relazione del professor Pavarini ed al dibattito sul tema della legalità, abbiamo molti elementi in più per affrontare insieme questa discussione.

Antonio Mumolo